tu, viso destino

Annebbiato dal pianto più che dalla nebbia
come negli anni a Milano
ti vedo alto e ti parlo piano

Come quella volta a far progetti tanto per fare
sapendo che quel che conta
è il nostro essere vitale

Il nostro essere mortale…

Sai amico stamane ti ho cercato lassù
ma ti ho visto solo nelle mie mani bagnate

E quella volta, eravamo giovani
tu cantavi e suonavi la canzone del sole
come se un’équipe fosse una spiaggia,
nell’altra sala io ero malinconia

Poi nel tempo abbiamo gettato radici a croci
e fiorito nel cielo fronde gioiose

Ecco cosa sei ora
ecco cosa eri già allora
per le corde del mio cuore
nelle corde della tua chitarra

Il viso destino di gioia senza più malinconia
Il viso destino per tanti eternamente giovane

 

Ravenna, 23-10-’21