La politica italiana e il realismo di Tommaso Moro

Dicevamo ieri che se è auspicabile che a Mario Draghi si aprano le porte del Quirinale, più incerto si presenti il quadro politico, quindi la formazione di un eventuale nuovo Governo e il comporsi delle aggregazioni politiche.
L’Italia, lo dimostra l’attuale esperienza di Governo ha bisogno di una politica di centro, ha bisogno che si riformi una classe dirigente, ha bisogno che si prenda atto del fatto che ormai non esiste più un ceto medio. Ha bisogno che si ricostruisca un equilibrio sociale e quindi politico su basi nuove.
L’esperienza di Governo condotta da Mario Draghi ha rappresentato finora il tentativo, per una società frammentata (anche dai precedenti due Governi), e tenendo conto di una politica che, nel migliore dei casi, sa solo cosa non vuole essere, di imboccare una direzione per il bene del Paese.
Ci si sta riuscendo? Difficile a dirsi. Sicuramente i dati della campagna vaccinale, le premesse del Pnrr, i dati della ripresa economica sono indicatori che incoraggiano.
Ora si svolta. L’eredità politica di questo Governo non potrà essere solo – augurandomelo – Draghi al Quirinale. Noi abbiamo un quadro politico dove conservatorismo e riformismo attraversano i due schieramenti oggi esistenti in modo trasversale. Senza avere però una visione di società. L’emergenza fin qui ha dettato l’agenda.
Ma poi occorrerà guardare oltre. Forse di questo abbiamo paura. Occorrerà tenere la bussola della dignità della persona  e il metodo del realismo, che compendia conservatorismo e riformismo. Il vuoto psicosociale, che la pandemia lascerà, costringerà a dire chi siamo e cosa vogliamo per noi, per i nostri figli, per il nostro Paese. Andranno messe in campo l’umanità e le visioni di uomo. Non si potranno più subire i ricatti degli schemi politici, le gabbie degli schieramenti. Se a Giorgetti piace più la Carfagna che la Meloni può darsi che sia un’affinità tra Nord produttivo, Sud che vuole uscire dall’assistenzialismo e centro politico che abbia un senso. Se Franceschini lavora bene con i Governatori leghisti come con i Sindaci del PD, questo cosa c’entra con gli ostracismi che ci si lancia da opposte sponde in altre sedi?  Oppure le anime belle del Governo Draghi hanno intenzione di cancellare tutto e tornare ostaggio di un bipolarismo becero, che nei vent’anni della seconda repubblica ha prodotto meno risultati, al netto di quanto si è distrutto, di quanti ne abbia prodotti il Governo Draghi in uno?
“Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l’intelligenza di saperle distinguere.” (T. Moro)

 

 

Ravenna, 7-01-’21