L’Italia è la più europea delle Nazioni

Il Decreto del Consiglio dei Ministri di ieri, sollecitato dall’esplodere della variante Omicron, giunto in un iniziale momento di logoramento della coesione dell’esecutivo a causa delle imminenti elezioni del Capo dello Stato e presumibilmente non lontane quelle politiche, segna paradossalmente un nuovo punto a favore dell’opera di coesione politica e sociale (in tempi impossibili) da parte di politici che non hanno fatto prevalere l’interesse di parte e del Presidente del Consiglio che ha mostrato sul campo e non curriculum alla mano il suo non comune valore.
Mi permetto tre note da non sempre provveduto osservatore.
1) L’Italia manda un messaggio all’Europa: “il rischio ragionato”, l’argine vaccinale al virus per permettere di riaprire e ricostruire, è l’unica via possibile come lo fu “whatever it takes” per la politica economica nel 2012.
Certo, forse si poteva osare di più e prima.
Ma non dimentichiamo che la coalizione di Governo è improvvisata.
C’è un messaggio sottotraccia: solo la coesione sociale, solo “l’amicizia civile” – amo dire io, permette di affrontare le nuove sfide. Delle quali non saremo mai all’altezza. Però l’amicizia civile, madre Europa, è il metodo per affrontare il tema del nucleare o dei migranti. L’amicizia civile riconosce il desiderio umano come legge, perciò come ha fatto in modo esemplare Draghi non bypassa le istanze particolari, le ascolta, ne cerca radici, offre punti di fuga e sintesi.
2) Mario Draghi è la bandiera di tutto ciò e gli va offerta la postazione istituzionale più congeniale per continuare con efficacia e risonanza mondiale a svolgere quella che, per come l’ha impersonata, sembra essere per lui (e per noi) una missione oltre che un servizio.
3) Non è dato capire invece quanto il quadro politico abbia avuto il tempo di metabolizzare finora l’esperienza di Governo, riorientando in senso meno radicale e sovranista le politiche dei due principali poli. Ma un anno in più, per di più di clima elettorale, probabilmente non cambierebbe molto.

 

 

Ravenna, 6-01-’22