Quelli delle 5 e 32

Daniela è viva
Tra qualche tempo sarà
Nuovamente là
A lavorare l’unica religione che conosce,
La figlia le dice
Mamma non è poi così vero
Che è tutta sfortuna la vita
E le accarezza i capelli bianchi
Come avranno fatto i bresciani,
I muratori che l’han tirata fuori
Dalle ferraglie del treno
E posta là sulla banchina,
Quelli delle 5 e 32
Che la vita l’è dura
E tiri avanti per starle dietro:
Che ti strattona come questo treno
Impazzito
E finisce male, che fa male
Due vertebre
La vita è pazza e fa male
Come si fa a non maledire
Che vadano tutti alla malora.

Tu che hai avuto il coraggio
Di incolpare la vita
E non chicchessia
Ora che gli altri son morti e tu,
I bresciani e tua figlia
Siete al mondo,
Vi rimarrà una domanda,
Ci rimarrà, Daniela, una domanda,
Da dare una risposta segreta
Come un seme di cui a primavera si veda il fiore,
Un fiore di amore e di lavoro come te:
Ma tu pensi davvero di essere al mondo
Per un giorno sfiorire
Ingoiata resa, sfortunata,
Per tua stessa ammissione,
Maledizione?

Bologna, 26-01-’18