Con l’ignoto

Sbandare abbandonare schemi meschini.Bisognava andareoltre la misuraper riavere vita.Per ritrovarela pace di un’aperturainfinita.Io, dominato da tespalancato istantetrattengo i volti non già il respiro mio,squadernarsi e stupirsi in protési destini.

Ferita aperta

Per questo inquieto lavorarenon posso consigliarmineanche con tesarebbero parolele solite.La realtà che procedein questo trattenimento,il dolore che sopportae che sopporteràil suo patimento,dà,giài compatimentidella Sua voceche mi fai compagna.

L’urlo di Munch

Ero combattuto tra la speranza che tu non li sentissi gli sbandamenti, gli stordimenti esasperati del patire, almeno così, i miei, no. E il desiderio che non lo tacitassimo, noi grandi, il tuo cuore. “E’ poco centoventimilioni. E’ bello!” e lo guardavi benedetto in tv, quasi ce lo fossimo aggiudicato …

Deserto

Vigliaccamente perbenee non ero iovigliaccamente ho fatto il malee non ero io.Quando sarà vivo e realenel donol’amore avido della mia setedi Te?

Squilli alla porta

Incompiuto.Il lavoro è questaferita che ad ogni sostasi sente di più.Squilli alla portagioia sconfinatache mi si stringe il cuorese solo ritardi.L’ansia è diventata passionee amoree lavorohanno la loro mercede.