Luci radenti
In certe stagioni ci sono orari per luci radenti,
ricordo i pomeriggi di maggio, che ho perdutamente amato,
riflessi sui mobili lucidi della sala, come se tutta la stanza
della mia giovinezza,
solo di quello avesse riso.
Ora, nelle luci che si infiltrano, que se infiltra en la dulzura de la caña,
come cantasti allora,
nei vetri che mani adorate puliscono, ripetuto dono,
c’è l’amore diffuso dalle vetrate di quella stanza.
Continua a ridere l’universo e accarezza la terra
di luci di sbieco, la sera,
sui palazzi dai doppi tramonti.
Bologna, 27-06-’14