L’amicizia come fortezza morale e materiale

C’erano i villaggi e c’erano le fortezze.
C’erano le paludi e c’erano i conventi.
C’erano le prime città e c’erano le cattedrali.
Erano braccia forti, tant’è che molte di esse ci sono ancora.
E’ stato detto con poesia ineguagliabile che lo slancio di quelle arcate, l’eco di quei canti oggi può rivivere solo nella nostra compagnia di uomini che sanno di avere un destino comune.
Ma come si fa ad affidare il nostro destino ad un’amicizia? Le cattedrali erano solide, visibili, vi ci si trovava riparo.
Perché solo delle persone, né dei muri, né dei tweet possono soccorrere, magari con coperte termiche e tende e generi di prima necessità i migranti siriani, afghani, yemeniti spediti come carne da macello al confine bielorusso- polacco dove l’Europa sta morendo. Per fare un caso concreto.
Le Ong, ma anche i gruppi di famiglie improvvisati, che stanno prestando questo soccorso, mentre prendono, come fanno le mani dei nostri pescatori con quelle dei fuggitivi dalla Libia, le mani dei profughi al confine polacco tra le loro, trasmettono accoglienza, tenerezza, speranza, ma trasmettono una realtà spirituale che è anche una virtù cristiana: la fortezza. L’amicizia civile contagia da persona a persona, di mano in mano, fortezza. Un poco scende negli animi.
L’ex rettore dell’Università di Monaco e fondatore dell’Università di Eichstatt, il professore Nikolaus Lobkowicz, ha scritto che incontrando Comunione e Liberazione ha scoperto l’amicizia come “virtù”. Bene questa virtù primariamente ha il connotato della fortezza, cioè presuppone idealmente due soggetti autonomi e responsabili che entrano in relazione. C’è una sproporzione fattuale tra il soccoritore della Ong e il profugo, ma è la mano stessa che soccorre a dare, proprio perché solleva e sostiene, fortezza.
Questa amicizia che segue il cuore di ognuno e di chi più testimonia il perseguimento del bene, è oggi di fronte a sfide e cambiamenti epocali. Essa è l’unica vera fortezza dove trovare riparo e imparare a essere forti nella responsabilità.

 

Ravenna, 18-11-’21