La fine?

Aveva sentito parlare di un posto
e se ne ricordava ora
nel bosco

Non conosceva la strada
né  se occorresse un giorno
o una settimana

Nel bosco da piccoli ridevano
da grandi godevano
delle risa delle ragazze

Scoscese sorprese radici
di cui cibarsi
e sbucciarsi le ginocchia

Una volta almeno tutti riversarono
il segreto delle lacrime
giù dal greto del torrentello

Che se ne fece bello

Ma ora loro, quelli della compagnia
erano grandi
non si poteva tornare a casa

Bisognava andare avanti

Raramente anche nei pianti
la stella li aveva abbandonati
ora c’era il bosco e l’oscurità

Si poteva solo ricordare

Non c’era sentiero
non c’era mappa
non c’era appuntamento

Nel bosco prendono forma i fantasmi
ma nel cuore prendono forma i desideri
che come una brezza già volavano

oltre le chiome sopra la piana
(che a volte è pace a perdita d’occhio)

Mormoravano che forse,
al termine del bosco,
sarebbero caduti in uno strapiombo
oppure no

Si sentivano nelle mani,
nelle grandi mani del cielo
che non vedevano

Sarebbe finita dunque?
Avrebbero trovato la fine?
In fondo non era quello che cercavano?

A un certo punto
ad impensate coordinate della foresta
un raggio di sole penetrò

E ci sorprese ci arrese
ci rivelò non la destinazione
ma la forza

Rinnovammo là per sempre tutti riuniti
da un’eco del passato
il patto degli umani

Che sanno di essere ognuno
a tu per tu con il destino
ma che conoscono il linguaggio della pietà

Così andammo avanti
lottando ancora con le sterpaglie
sempre alla cieca –
ma con più fiducia

Immaginando che la piana potesse assomigliare al cuore di Dio

 

Ravenna, 30-01-’23