Tra filosofia, politica e buon senso…

Il filosofo Massimo Cacciari – che gode della mia irrilevante stima – si batte contro il green pass.

Sostiene che in Europa dove vi è il massimo di contagi (è l’epicentro dell’epidemia n.d.r.) si è fatto il maggior numero di vaccini. Ergo bisogna interrogarsi sull’utilità dei vaccini (finora cosa hanno fatto gli scienziati? n.d.r.). Il Prof. (facendo un torto alla sua onestà intellettuale n.d.r.) non spende una parola sul fatto che il vaccino riduce di circa 8 volte l’ospedalizzazione dei contagiati.

Non è piuttosto vero il fatto che chi non si vaccina contagiandosi e finendo dritto in ospedale compromette di fatto il funzionamento del sistema sanitario per quel che riguarda terapie relative ad altre patologie? Per non dire dei risvolti sul sistema produttivo ed economico.

Cacciari onestamente e acutamente, direi candidamente, dichiara il punto: il rapporto Stato cittadino che toccherebbe l’acme di un processo lesivo della dignità della persona. Dice Cacciari: si sta arrivando a una centralizzazione di tutto , di ogni decisione, non c’è più alcun pensiero critico. E la vèrve del Filosofo coglie un problema vero, ma decontestualizzato, quasi con tempi sbagliati, lui anche fine politico.

Non è forse la globalizzazione che per certe problematiche impone decisioni centralizzate?
Da un certo punto di vista anzi mancano luoghi in grado di prendere tali decisioni con la necessaria autorevolezza.

Queste emergenze segnalano che ognuno ha la responsabilità della salvezza (anche terrena) dell’altro, cioè in un certo senso si può dire che ci si salva collettivamente… mentre allo stesso tempo pochi possono compromettere l’esistenza di tutti.

 

Ravenna, 18-11-’21