Per il “Moro”

Sulle ginocchia e ad un tempo bocconi
tre volte sei caduto tra un cenno
col capitano a dirigere l’azione,
poi gli occhi riversi spalancati.
Un tremito di vita che esce e ti svuota
di dolore, del dolore delle tre cadute
di un calvario da sempre e di una passione da sempre,
di una gioia a metà.
Tu pezzo d’uomo che amavi gli angeli
e te ne eri scelto uno a fianco,
intelligente e delicata la prima che ha capito.
Vedendo il tuo volto in sorriso
che anche Gesù era caduto tre volte
prima del Paradiso.