Nebbia sorda così latente
Nel buio fessurato dell’alba
la speranza del giorno prima –
il sorriso – del calare giovane
del sole
Risorge soffuso come un riso,
dal cappello di canapa
della lampada,
e di fuori inesorabile si fa nebbia
Sorda così latente a gennaio
la luce del mattino
come ogni inizio
confuso
Sconvolge i contorni,
confonde
i ritorni dei pensieri,
rovescia i troni dei programmi
Lascia soli
o soli in buona compagnia
mentre tenta, piano,
di detronizzare anche il sole
Ci induce
a disperare
di avanscoperte
e di pensieri arditi
Non opprime,
comprime l’animo,
che aspettava questo giorno
per dilatarsi, per dilaniarsi sorpreso
Negli squarci possibili e reali
di spazi
da pensare fertili
e da donarsi utili – finalmente
Ravenna, 15-01-‘23