Maria

Voglio dire il tuo nome una volta tanto
madre del destino,
quando ti ho guardata per la prima volta dentro il seno,
quando ti ho guardata in faccia
e ho perso la testa,
tutte le volte che ti ho cercata in una donna
per poi scoprire che ognuna,
anche lei, proprio lei, rimaneva mistero.
Allora se non ti avrò ti griderò,
sussurrerò alle narici di ogni uomo il tuo balsamo di speranza,
come il vicks che una madre premurosa
cospargeva sul mio petto bronchitico.
E se il petto è la sede del coraggio
io ora a Te chiedo quel dolce massaggio.

 

Bologna, 20-04-’17