La sporca guerra dei corsari

In questo breve video voglio discutere di se e come il fine possa giustificare i mezzi in un ambito culturale e politico e statuale definito condividendo certi valori, oppure in un ambito più ampio come può essere quello della diplomazia internazionale.
Vi sono valori e prospettive diversi.
Io sono stato tra coloro che hanno detto subito non si può trattare con Hamas lo stesso giorno 7 ottobre.
Ieri un rappresentante di Hamas era in Russia a discutere con un Ministro russo di liberazione degli ostaggi, di tregua, eccetera.
Iniziativa utile? Probabilmente è un’iniziativa utile.
Noi stiamo, abbiamo demonizzato in Occidente la Russia sulla guerra in Ucraina. Ora rischiamo di vedersi creare un secondo blocco del mondo, Russia Cina Iran che oltre al fonte ucraino vede il fronte palestinese. D’altra parte queste sono autocrazie che oggi non si fanno scrupoli nell’appoggiare realtà come la brigata Wagner in Africa.
Ma in fondo la stessa Hamas è un soggetto che ha agito per procura: di fatto sembrano delle specie di novelli corsari. Come sappiamo i corsari erano delle specie di briganti di mare che agivano spartendosi il bottino con il Governo o con il Sovrano che dava loro legittimazione, la carta che li legittimava, pur agendo essi con metodi che erano gli stessi dei pirati e dei bucanieri. Ma a loro veniva riconosciuto uno stato di legittimità e d’altra parte non è che l’occidente sia vergine in questo senso, senza bisogno di andare all’epoca del colonialismo: i tempi più prossimi della storia della politica estera americana sono storie di errori, come saggiamente e provvidamente ha riconosciuto Biden, per esempio col finanziamento ad altri ‘corsari’ che hanno fatto il lavoro sporco, quando vi era l’enfasi sull’esportazione della democrazia e la lotta ai nemici giurati dell’Occidente, cioè coloro che avevano causato l’11 settembre e si pensava che facendo fuori Osama Bin Laden finisse tutto.
Guardate che razza di moltiplicazione del lombrico si è creata tagliandolo.
Perciò la vera cosa che va gelosamente custodita è questa intuizione di Biden che sembra dire: guardate che anche in politica estera vale quello che nei nostri Paesi cerchiamo di applicare, cioè un metodo per il quale il fine, che è la giustizia e la dignità della persona umana non giustifica i mezzi (ma cerca di determinarli positivamente).
Poi si può discutere di tutto a riguardo delle nostre società. Basta guardare come agisce la polizia americana, per carità, si può discutere di tutto, però in linea di principio il nostro mondo è un mondo civile dove si cerca di applicare una coerenza tra i principi e la pratica, cioè tra ciò che si tende a conseguire come ideale di società e il metodo che si applica per conseguirlo.
Se vi sono però dei Paesi che non riconoscono questa continuità, questa coerenza, se non in apparenza, e che scontano molta più evidente contraddittorietà per esempio nel campo dei diritti umani e civili, con questi soggetti bisogna comunque trattare.
E quindi per venire al dunque forse, quando si dovrà parlare di pace, la pace si dovrà fare magari non con Hamas che avrà vista segnata la sua fine con quello che ha fatto, ma con soggetti che non ci saranno stati certo simpatici e non avranno certo applicato metodi civili e umani in questa guerra.
La pace si fa con i nemici.

 

Ravenna, 27-10-’23