E’ l’ora di chi ha ritrovato fiducia nel proprio cuore

C’è un’emergenza vitale.
Prima della solidarietà, prima della fraternità, prima della generatività.
Che sono quanto mai necessarie alle nostre società di oggi.
E’ la condizione perché tutto questo possa esistere.
E’ un uomo, ‘Ciò che occorre è un uomo’, direbbe il poeta Carlo Betocchi.
Ciò che occorre sei tu, non so quanti, tutti sono fatti per essere questo uomo e questa donna.
Questi uomini e queste donne che sanno dare, su spalle sufficientemente larghe, fiducia.
Fiducia ai malati, fiducia ai giovani, fiducia in ogni ambiente in cui si può decidere se guardarsi in cagnesco oppure con un arabesco sul viso.
Chi sono costoro? Degli imbonitori, dei venditori di illusioni?
Questa è la domanda cruciale, fiducia…sì poi tanto…al massimo ognuno per la sua strada…
Beh intanto c’è la testimonianza dei tanti corpi intermedi caritativi, assistenziali e culturali che, mentre si parla solo di no-vax contrapposti alle principali Istituzioni – e al massimo di sindacati – continuano a costruire il tessuto sociale persona per persona in modo silenzioso e commovente.
Tornando alla domanda, costoro sono uomini e donne semplicemente: per meno di uno sguardo fiducioso sul futuro che sappia farsi carico anche di chi è sopraffatto dalle circostanze e dalle difficoltà, che sappia farsi carico di chi è più giovane, non c’è umanità, non c’è umano.
Certo deve essere una fiducia che responsabilizza, che apre alla realtà, ai suoi inviti e alle sue condizioni.
La capacità di fiducia nasce dalla scoperta e dall’evidenza di non essere soli.
Fiducia in latino significa corda. Fides: era la corda del liuto che doveva essere ben tesa perché potesse suonare. La fiducia è una corda ben tesa tra uomo e uomo. Qui tutto si tiene col tema delle comunità, a condizione che non siano intese in modo statico, perché si può far comunità mentre si è in fila alle poste. Non sono le comunità in senso canonico.
Corda, cordata, ognuno trasmette all’altro fiducia e chi fa più fatica si assicura a chi è più sicuro.
O ritroviamo la dimensione di questa impresa eroica perché quotidiana e quotidiana perché eroica (Giovanni Paolo II) o sarà sempre più difficile conservare tutte le dimensioni dell’umano di fronte alle sfide che il XXI secolo ci sta riservando.
Sempre il destino dona la fedeltà di qualche persona che a ciascuno (anche al più ottenebrato, ma leale) potrà far riscoprire fiducia. Nel proprio cuore innanzitutto.

 

 

Ravenna, 15-10-’21