Conoscenza per superamento e miracolo

Noi, io, tu e tu, cosa siamo singolarmente e insieme, se non tutto l’attraversamento umile e il superamento illuminato di ciò – per quanto artato e anche artificiale – che ci si para davanti?
La vita è un cammino, ma non c’è cammino senza illuminazione, cioè senza che avvenga il fenomeno dell’attrazione che concentra e trascina la conoscenza. Attimi di meraviglia e percorsi di conoscenza sofferente. Non a caso San Giovanni Paolo II ha introdotto esplicitamente nel culto cristiano il valore che plasma e che è plasma della sofferenza.
Ma il vertice di questa dimensione di avvenimento che rende possibile il cammino della vita guidato dall’attrazione per il bello, il buono, il vero, il giusto è l’intervento diretto del divino, il miracolo, la grazia.
Rendersi conto che la vita avviene (e avviene quanto più la desideriamo e ci mettiamo in gioco) è sotto qualche riguardo già rendersi conto di questa dimensione di gratuità. Per esempio nella conoscenza, tanto più in quella scientifica. Quanta imprevedibilità e casualità presiede alle più significative scoperte scientifiche!
Il miracolo però ha varie declinazioni, forme di manifestazione. Può essere anche incontrovertibilmente evidente e sembrare eludere la dinamica del segno che proteggerebbe la libertà da una meccanica adesione. In realtà anche in questo caso ciò che Dio dice è di offrire l’evidenza del mezzo della sua manifestazione che gli appartiene, mentre il contenuto della manifestazione stessa è sempre approssimazione, che si ispira e solo si ispira alla parola rivelata, quindi non dice esplicitamente e definitivamente all’uomo che fare nel mondo e nel tempo della storia.
Non so perché Dio possa scegliere questa strada. “Forse perché il tempo si è fatto breve”.
Ravenna, 10-04-’25