Cielo

E’ morta in me la vita tutte le volte che
ho creduto che tu fossi assente, che in fondo
mi dileggiassi, come in un giorno oscuro
il più buio nel fondo del tempo
del mio tempo e poi
tutte le volte che si è sbranata l’amicizia,
senza la forza di battermi uno ad uno,
senza che si sgranassero melagrane di sorrisi.
Dio com’è pesante il sembiante del nemico che
è in me come morte lurida,
putrida oscenità dell’amor proprio.
E come è leggero l’amore al vero,
ora
quel cielo anche un po’ mio,
che batte il tempo del tu e non
annega nel controtempo dell’io.

 

 

 

 

Bologna, 2-02-’17