Certo!

Quando si risponde ‘certo!’ lo si fa sovrappensiero, che sia di persona o al telefono. Le persone sono abituate a porsi domande e a darsi risposte, gli uni gli altri. Quando mi sento dire ‘certo’, io mi sento rassicurato, tranquillizzato, ‘certo’ è una carezza, sarà che mia moglie lo dice spesso. Perché i nostri quesiti, le nostre attese spesso sono in qualche dose ansiose.
Noi possiamo sapere la risposta, ma non sapere/non credere il suo realizzarsi. E’ qui che interviene il ‘certo’, colui o colei che ti fa certo, che mette in campo la propria faccia, la propria persona, che mette in gioco la forza della relazione, della fiducia (in latino corda): da quel momento non sono più solo parole, ‘certo’ non è più solo una parola, ma una forza veicolata, assicurata e resa credibile dalla relazione, come qualcosa che posso vivere autonomamente.
Si può vivere tutto questo nel contesto più incerto che abbiamo conosciuto da decenni, la pandemia che rende tutto variabile, instabile e impossibile ai progetti?

San Lazzaro, 24-02-’21