Braccia del porto

Due bianche braccia e qualche capanno
come le mura di Troia
in un mare di guerra
per chi ha dentro ormai
il sapore frusto del vento
e della pesca al largo
delle navi e dei vaporetti
il gusto avaro dei commerci
e quello prodigo dello svago a vela
di una temperie che comunque illude, soffre
e ripiomba nella risacca dell’onda
sperando che il faro un giorno
proclami amore.
Ormai sei rifugio saltuario
al mio pensiero ondivago e temerario
non più immemore che in questo porticciolo
provvisoriamente accogliente
anche noi indigeni siamo solo turisti.

Marina Romea 7-08-2012